I Vangeli canonici sono quattro: Matteo, Marco, Luca e Giovanni.
I primi tre sono detti sinottici perché seguono lo stesso schema narrativo sulla vita di Gesù, ma ognuno con particolarità, sensibilità ed obiettivi propri.
Il termine Vangelo
Questa parla deriva dal greco e significa “buona notizia”. Il termine è usato già in un testo che risale al 9 a.C. dove è celebrata la nascita dell’imperatore Augusto. Ma nei Vangeli questo termine, usato in particolare da Marco e da Matteo, diventa un vero e proprio modo con cui narrare la vita di Gesù che non è un semplice personaggio del passato ma vive ed è presente in mezzo alla sua comunità che lo celebra in particolare nella eucaristica.
Attraverso questo genere letterario che appartiene completamente agli evangelisti la narrazione della vita di Gesù diventa un fatto vivo dove il lettore si sente coinvolto in una storia che lo interpella in prima persona. Quel Gesù, nato a Betlemme di Giudea, vissuto a Nazareth per circa 30 anni, che ha insegnato nei territori della Palestina, che ha compiuto segni meravigliosi e che è stato condannato alla pena della crocifissione eseguita sotto il governatore Ponzio Pilato, oggi è ancora vivo perché ha sconfitto con la sua risurrezione il problema principale del mondo: la morte.
Nel Vangelo, buona novella di ieri, di oggi e di domani, la persona che si accosta a Gesù può sperimentare la forza della vita che vince oltre ogni paura e limite umano.
Per questo occorre accostarsi a questi scritti non solo come racconti del passato che narrano la vita di un personaggio antico ma come fonti di una Sapienza per una vita sempre nuova.