Il tempo della quaresima, tempo di preghiera, penitenza e carità.
La quaresima, che i cristiani sono chiamati a vivere ogni anno, anticamente era il periodo di preparazione per coloro che stavano per ricevere il battesimo. La penitenza era la caratteristica di questo periodo che prendeva come riferimento il tempo dei quaranta giorni passati da Gesù nel deserto dopo avere ricevuto il battesimo dal Battista (Mt 3,13-4,11; Mc 1,9-13; Lc 3,21-4,13). Questo è il fondamento dei 40 giorni che segnano la durata della quaresima.
La Quaresima oggi si caratterizza per tre aspetti essenziali che sono: la preghiera, la penitenza e la carità. Si potrebbe dire che attraverso questi tre aspetti il cristiano ha l’opportunità di mettere a fuoco se stesso in relazione a Dio (preghiera), a se stesso (penitenza) e agli altri (carità). La quaresima diventa l’occasione per guardarsi dentro là dove abita, come direbbe S.Agostino, la verità dell’umano (1) e superare quelle illusioni che troppo spesso spersonalizzano e rendono insignificanti le scelte che ogni giorno si è chiamati ad operare. In pratica la quaresima è l’occasione privilegiata per ritrovare se stessi ed incamminarsi verso la Pasqua di Gesù, festa della vittoria della vita sulla morte.
La Quaresima inizia con il Mercoledì delle ceneri (quest’anno è il primo marzo) e termina prima della messa in ‘Cena Domini’ del giovedì Santo. Ad esso fa seguito il Triduo, dall’istituzione dell’Eucaristia da parte di Gesù durante l’ultima cena (Mt 26,20-25; Mc 14,22-25; Lc 22,14.21-23 e Gv 13,21-30), il racconto della Passione presente in tutti e quattro vangeli fino al sabato santo in attesa della grande veglia della notte nella quale si celebra la risurrezione di Gesù.
Il messaggio di Papa Francesco per la quaresima 2017
(1) Noli foras ire, in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas. Et si tuam naturam mutabilem inveneris, trascende et teipsum. Illuc ergo tende, unde ipsum lumen rationis accenditur. (Non uscire fuori, rientra in te stesso: nell’uomo interiore abita la verità. E se scoprirai mutevole la tua natura, trascendi anche te stesso. Tendi là dove si accende la stessa luce della ragione” (Agostino di Ippona, De vera religione 39, 72).